"Fai come hai sempre fatto ed otterrai quello che hai sempre ottenuto."
Crisi: ci stanno prendendo in giro
Certo il governo Monti è un piccolo passo avanti rispetto a quello di Berlusconi, almeno abbiamo riacquistato un po' di considerazione all'estero, non siamo più solo il paese del bunga-bunga e chi va all'estero ora può anche non vergognarsi di essere italiano.
Ma per quanto riguarda la nostra possibilità di vita, niente è cambiato e la crisi resta pendente sulla nostra testa, come prima. Il topolino partorito dalla montagna è solo fumo negli occhi.
Proviamo a capire perchè. Il gergo dell' Economia (quella con la maiuscola) è stato inventato per far sembrare che questa agisca con leggi differenti dall'economia (quella con la minuscola, cioè quella che riguarda direttamente tutti i giorni le tue tasche) e che tu non sia in grado di capirla.
Ma non è vero, siamo tutti capaci di capirla se usiamo le parole e le espressioni di tutti i giorni.
Mi ricordo che quando ero bambino a
scuola mi insegnavano le cose elementari dell'economia. Il
guadagno, cioè quello che ti rimane in tasca è il ricavo, cioè
quanto incassi, meno le spese.
Questo è il primo pilastro
dell'economia.
Finchè non paghi le spese hai un
debito e finchè non incassi il ricavo hai un credito.
Prima o poi dovrai pagare il primo e
incassare il secondo. Se non incassi non potrai pagare. Se non paghi
i debiti alla fine vai in fallimento, cioè non potrai più svolgere
la tua attività
Ogni azione economica è una
trasferimento di un valore che viene da qualche parte e va da
qualche altra. Scrivo poi sul mio registro contabile entrambe queste
parti come conti.
Non ha importanza che siano denaro
liquido od oggetti fisici, ma quello che importa è il loro valore,
cioè debiti e crediti.
Ad esempio quando compro un gelato ho
un passaggio di denaro dal conto tasca al conto gelateria
ed un passaggio del gelato dal conto gelateria al conto
bocca. Il valore registrato in ogni conto è lo stesso. Se sommo
le cifre (mettendo in negativo, il valore del conto di partenza ),
cioè faccio un bilancio, il risultato è e deve essere 0.
Niente si crea né si distrugge.
Secondo pilastro dell'economia.
Conseguenza è che se io voglio
arricchire(cioè portare più valore al mio conto guadagni),
devo rendere più povero qualcun altro (cioè devo diminuire
il suo conto guadagni).
Questi sono principii che, lo ripeto,
valgono sia per i tuoi conti giornalieri che per l' economia a
livello mondiale.
A questo punto possiamo ragionare sulla crisi e fare alcune semplici considerazioni.
Ci stanno presentando la congiunture delle borse come se fosse la crisi stessa.
Non è vero! Le relazioni tra una è
l'altra sono minime. La borsa è il supermercato dove si vendono
titoli (azioni ed obbligazioni) che variano di valore a seconda della
richiesta, la crisi riguarda la possibilità di guadagnare più o
meno per pagare i debiti e avere dei soldi da spendere.
Confondere le due cose è come dire che
la salute economica della Fiat dipende dagli sconti sulle automobili
fatti dai concessionari.
Certamente questo potrà influenzare il
mercato dell'automobile ma che la Fiat non fallisca dipende solo dai
suoi debiti e dai suoi crediti. Gli sconti dei concessionari
riguardano i guadagni propri di questi.
Così i listini di borsa riguardano solo chi vende e compra i titoli ma non lo stato di salute delle aziende o gli enti che gli hanno emessi. Tanto è vero che ci sono aziende che non vengono quotate in borsa e/o non emettono azioni ma che sono solidissime è hanno dei guadagni alti.
Ma allora perchè esistono le azioni e obbligazioni (anche quelle dello stato cioè i BTP)?
Perchè quando una azienda, o un ente,
ha bisogno di denaro fa (accende) un debito:
o chiedendo un prestito ad una banca,
pagando poi degli interessi per tutto il tempo finchè non
restituisce il denaro
oppure emette delle azioni o delle
obbligazioni che vende al pubblico distribuendo poi a questo
annualmente una percentuale dei guadagni (per le azioni) o un
interesse fisso (per le obbligazioni). Possono essere a tempo
indeterminato o a scadenza fissa. In questo ultimo caso l'ente che le
ha emesse dovrà a quella data restituirne il valore nominale ai
relativi possessori.
Siamo ora in grado di capire capire la differenza dalle quotazioni dei titoli di stato dalla crisi attuale.
In passato, e tuttora, lo stato ha speso più di quanto abbia incassato con le tasse. Per poter pagare il passivo precedente ha emesso delle obbligazioni a scadenza fissa cioè dei buoni del tesoro per incassare del denaro liquido. Ma questo non ha diminuito il suo debito generale, ha solo spostato i suoi debiti da un conto all'altro, cioè dai conti fornitori di beni e servizi, stipendi, pensioni, sanità e servizi sociali, infrastrutture e trasporti, conservazione del patrimonio artistico naturale e ambientale ecc. a BTP, cioè un debito del Tesoro verso privati che dovrà rimborsare nel futuro. Anzi il debito globale viene aumentato dagli interessi da pagare in aggiunta.
Questo è folle!
Se lo stato non ha ora i soldi per
pagare i suoi debiti come potrà poi pagare debiti ed interessi
assieme?
Si spera con un aumento dei guadagni
futuri.
Siamo giunti al punto centrale di tutta la situazione!
E se non riusciamo ad aumentare i
guadagni cosa succede?
La crisi attuale e poi il patatrac.
Questa crisi non è improvvisa ed imprevedibile, è il semplice risultato della follia delle gestioni precedenti.
Le quotazioni variabili della borsa
non aumentano o diminuiscono il debito, ma sono solo l'indice
della fiducia che gli operatori di borsa hanno rispetto al fatto che
lo stato, come anche le aziende private, sarà in grado in futuro di
pagare il suo debito. Ma non cambia il valore del suo debito!
Ci sono paesi che non avendo una
economia di mercato (o è molto limitata) non hanno borse ma
sopravvivono lo stesso. Un esempio eclatante è la Cina che ha aperto
le sue borse attuali (ad. es. BeiJing ShanHai e ShenZhen) solo dopo
decenni di miracolo economico, che è dipeso da tutti altri fattori.
La crisi invece dipende da tre elementi
principali:
1) il debito arretrato che si
trascina ed aumenta di giorno in giorno, questo è l'unico fattore
finora preso in esame dall'amministrazione politica precedente ed
attuale, descritta come se fosse l'unica causa e su cui sono stati
fatti tentativi di intervento.
2) il mancato sviluppo tramite il quale si potrebbe aumentare il denaro disponibile a pagare i debiti pregressi senza farne degli ulteriori. Poche voci si sono alzate su questo argomento, a parte sindacati e confindustria, pur essendo quello chiave per uscire dall'impasse.
3) paesi emergenti. Secondo il
principio enunciato prima, mentre fino a qualche decennio fa
l'occidente si è arricchito sfruttando ed impoverendo le risorse dei
paesi del terzo mondo, questo ora non è più possibile con
l'innalzamento del livello di vita dei paesi emergenti in particolare
la 'banda dei quattro':Cina, Brasile, India e Filippine. Se loro
guadagnano di più, qualche altro dovrà guadagnare meno. L'occidente
sarà costretto a rivedere il suo tenore di vita, ora al disopra del
sostenibile. La dimostrazione è che questi paesi, nonostante la
crisi, continuano a crescere, mentre quelli ricchi sono sul limite
della recessione.
Di questo argomento nessuno parla, ma è
il principale elemento ed è strutturale, cioè ineliminabile dal
sistema economico.
Ecco perchè ci stanno ingannando. Se le soluzioni proposte non terranno conto di tutti e tre questi elementi saranno assolutamente fallaci, e noi ci ritroveremo a scadenze regolari a subire nuove 'manovre' assolutamente inutili alla soluzione della crisi, anzi la aumenteranno ulteriormente.
Gli interventi fatti ed auspicati finora sono stati fatti ed richiesti solo sul primo punto, e limitatamente ad alcune voci, in particolare e pesantemente sul welfare state, cioè pensioni e salute.
Ora abbiamo due possibilità per
valutare queste scelte:
1) i nostri
governanti sono degli incapaci
2) i nostri
governanti sono dei criminali.
La scelta dipende solo da opinioni personali.
E' difficile pensare che degli esperti economici non abbiano capito tutto questo, ma è anche vero che anche tra gli economisti, non tutti sono intelligenti.
D'altra parte ci sono motivi che
possono spingere scelte a favore di interessi economici in gioco:
più rendo privato un servizio più redditizio per una piccola
quantità di persone la sostituzione di questo a scapito
dell'interesse della maggioranza della popolazione.
Se diminuisco la capacità della tutela
salute da parte dello stato aumento le possibilità di guadagno degli
ospedali privati, come in fondo è negli Stati Uniti, dove se non hai
disponibilità finanziaria non sarai curato da nessuno.
E allora è anche legittimamente
ipotizzabile che ci sia a livello di potere chi ha interesse a non
trovare soluzioni per giustificare le privatizzazioni di settori
economici per aumentare interessi privati contro la comunità.
Un esempio è stato la privatizzazione
dell'acqua, abolita poi con il referendum.
E questo chiarisce anche il perchè il
bersaglio di queste manovre sono principalmente le pensioni ed i
servizi sociali. I fondi pensione integrativi sono delle enormi
quantità di denaro molto appetibili e poco sfruttati finora, la cui
gestione può dare guadagni elevatissimi. Maggiore la quantità di
gente che deve ricorrere ad essi per integrare una pensione sempre
più misera, maggiore i guadagni per le assicurazioni e le
organizzazioni sindacali che gestiscono i fondi privati.
E' chiaro che senza un intervento sul secondo punto (il mancato sviluppo) ed una strategia a largo raggio (paesi emergenti) gli interventi sulla crisi sono e saranno illusori e non faranno che aumentare il divario tra chi ha e chi non ha.
Quali possono essere allora le soluzioni?
Corrispondentemente ai tre punti di cui sopra ci sono tre campi su cui agire, tutti e tre indispensabili.
Il primo: l'intervento
sui debiti. Bisogna distinguere su costi e investimenti, che sono
delle spese attuali che al contrario dei costi porteranno guadagni
poi in futuro.
Vediamo alcuni(non tutti) dei costi che
si possono ridurre
Spese per devastazioni da fenomeni naturali: alluvioni frane e terremoti. Spendendo ora nella prevenzione attraverso opera di bonifica e controlli effettivi del territorio potremmo evitare nell' immediato futuro costi almeno dieci volte superiori per la ricostruzione dei danni. Genova, L'Aquila ecc. dovrebbero insegnarcelo.
Spese Militari. Spese folli per quantità e per scopo. Come ha denunciato recentemente Padre Zanotelli, il bilancio della difesa è stato di 27 miliardi di euro, ben di più delle manovre adottate in questi mesi. Con quale risultato poi?!. Basta considerare i risultati ottenuti dall'ultra decennale missione in Afganistan, che ci costa 700 miliardi l'anno. Moltiplicatelo per gli anni passati ed avrete cifre paurose. Però i talebani sono sempre lì, con magari la possibilità di accordi che li portino all'interno della struttura di potere che dovrebbe combatterli, come alcuni comunicati stampa hanno riportato. Poi aggiungete i costi per la guerra di Libia, per il Kossovo e per il Libano.
Costi della politica. Disorganizzazione
e burocrazia, strutture obsolete ed inutili, tangenti e pizzi,
stipendi e privilegi dei parlamentari (perchè io devo pagarmi il
pranzo e il trasporto per il lavoro e loro no, perchè io potrò
andare in pensione solo dopo quarant'anni di lavoro e loro solo dopo
5, ecc?).
Stranamente(?), dopo ripetute voci propositi ed
annunci, non ci sono stati tagli sostanziali e reali a questi punti.
Costi finanziari. BTP ecc. Bisogna smettere di finanziare debiti con altri debiti ed interessi. E' il gatto che si morde la coda.
Secondo: questo stato non
ha mai creato strutture efficaci per aumentare l'economia reale. Non
il PIL che comprende voci che niente hanno a che fare col progresso
economico. Ad esempio aumenta il PIL anche un omicidio poiché questo
determina delle transazioni economiche come le spese per i funerali,
le perizie legali, i costi per il mantenimento dei detenuti,
l'incremento dei vendita dei media ecc. ecc., tutte cose che
rientrano nel PIL, ma che non credo siano in questo modo auspicabili
e che dobbiamo incentivare gli omicidi per questo.
Tutto è stato lasciato sempre
all'iniziativa individuale, per la quale, finchè il mercato lo
permetteva, è stato possibile aumentare i propri guadagni e quindi
anche quelli dello stato, ma che oggi rivela i suoi limiti. In
particolare la mancanza di conoscenze specifiche per affrontare un
mercato difficile. Molte aziende industriali sono ancora condotte
come se fossero ancora le piccole aziende artigiane da cui sono nate,
senza una visione del futuro pur a breve. Anche la stessa Fiat
risente ancora di questo.
Lo stato non ha creato strutture per
aiutare incentivare e insegnare agli imprenditori a passare da una
mentalità all'altra e ad organizzarsi in modo razionale. Né ha
creato strutture di supporto pratico all'espansione delle aziende
verso l'estero, lasciando queste allo sbaraglio e alla
disorganizzazione intrinseca che ha portato la maggior parte di
queste ad essere rigettate dal mercato estero.
Sono stato testimone diretto di alcune
di queste situazioni.
L'aumento del peso fiscale e dei costi primari ha costretto le persone a ridurre le loro spese il più possibile riducendo quindi il denaro circolante per il mercato, e questo ha ridotto i guadagni delle imprese, sia commerciali che produttive, riducendo quindi la loro capacità di investimento ed espansione in un circolo vizioso. Secondo l'economia classica bisogna stimolare i consumi, ma per aumentare i consumi bisogna che la gente abbia a disposizione più soldi. Non dimentichiamo che la Germania ha avuto meno problemi anche perchè gli stipendi tedeschi sono ben al disopra di quelli italiani, oltre che avere una maggiore e migliore organizzazione industriale.
Se una azienda assicurerà un surplus economico ai suoi dipendenti, questi useranno questo surplus per acquisti ed investimenti che andranno ad incrementare il mercato in un circolo virtuoso. Se l'azienda sfrutterà al massimo il proprio potere sulle necessità di vita dei dipendenti per profittare e speculare al massimo, costringerà questi a risparmiare il più possibile o peggio ad indebitarsi oltre al limite del sostenibile fino al crollo. E' questo il motivo occasionale che ha generato questa crisi, in particolare il crollo dei mutui di secondo livello.
Indirizzamento dell'economia verso settori più consoni alla vocazione e alle risorse del paese. L'Italia, secondo l'UNESCO, ha il 75% delle risorse artistiche mondiali, oltre a enormi risorse paesaggistiche naturali .Patrimonio spesso lasciato andare alla malora (vedi gli ultimi fatti a Pompei) e comunque poco tutelato e promosso. Se facessimo come fanno altri paesi, avremmo un incremento incredibile delle entrate dal turismo.
Finanziamenti alle imprese, a tassi ragionevoli, in alternativa a quelli bancari. Finanziamenti controllati (da strutture pubbliche dirette da persone capaci) e a basso costo possono aiutare investimenti poi redditizi o ad aiutare aziende in difficoltà ad uscire dalla contingenza.
Ma nessun miglioramento economico sarà possibile comunque senza una diminuzione della spese del punto uno.
Terzo: Paesi emergenti. Mentre fino ad
alcuni decenni fa la produzione industriale era quasi esclusivamente
nei paesi sviluppati occidentali, questa, per convenienze di minori
costi, è passata sempre più nei paesi poveri. Dopo la seconda
guerra mondiale c'è stato questo percorso: Usa e paesi
industrializzati -> Giappone -> Taiwan -> Cina ->
Altri (Brasile, India, Filippine ecc).
Questo ha portato indubbiamente ad avere beni sempre a prezzi più bassi (ad esempio un computer negli anni ottanta costava, nel suo valore numerico, come un computer attuale, ma con capacità oltre un milione di volte inferiore e senza tenere conto del minor valore dovuto alla svalutazione del denaro da allora ad oggi). Ma anche a creare una concorrenza sempre più forte, e quindi un mercato sempre più difficile senza una visione e pianificazione adeguata.
Se i paesi industrializzati vogliono restare sul mercato dovranno revisionare completamente il loro stile di vita facendo delle scelte di campo profonde ed oculate, in primo luogo la gestione delle risorse ed il loro riciclo e l'eliminazione di sprechi inutili. L'alternativa è il passaggio al terzo mondo od una guerra globale per il mantenimento dei poteri attuali, ma che sarà talmente distruttiva da distruggere, alla fine, lo stesso mercato con costi sempre più insostenibili.
Queste sono le ragioni per cui ci
stanno ingannando, rendendo fumose sia le ragioni sia le decisioni
prese.
Non si può più lasciare che facciano
quello che vogliono senza opposizioni da parte di tutti coloro che
sono ingannati e costretti a pagare crisi e costi di cui non sono
responsabili.
Questo vale, naturalmente, anche per te.
Se ritieni quanto qui scritto valido e realistico, ti prego fa delle copie ed inviale ad amici e conoscenti, è importante che il maggior numero di persone siano coscienti di questi concetti
Nessun copyright.
Mauro Minnella
5 dicembre 2011
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