Luoghi comuni
Usare luoghi comuni invece di verificare di persona ed elaborare
idee risparmia sicuramente una notevole quantità di
energia, per questo la cosa è così comune. Salvo
poi essere incapaci di fronteggiare i fenomeni che accadono,
perchè non riusciamo a capirli.
Mano d'opera
Si dice che i cinesi lavorano in nero senza gli oneri previdenziali che sono obbligo in Europa.
In parte è vero. Tutte le aziende che in Europa ed in
Italia prima sfruttavano il lavoro nero qui, sono andate a
sfruttarlo là. Certamente costa ancora meno, dato il minor costo
della vita.
Ma nelle aziende serie e quelle a capitale misto (stato e privato
estero) che sono in grande maggioranza i lavoratori godono di
tempi, vantaggi previdenze simili a quelle europee. Certamente
anche queste gravano meno sulle aziende, dato il più basso
costo della vita. Questo è un puro fatto economico ed una delle
ragioni per cui nei secoli scorsi gli europei avevano costituito ed
imposto colonie nei paesi poveri, anche in Cina.
Ho visto là operai fare le loro 40 ore la settimana come in Europa, con
due pasti al giorno a carico della azienda ed abitare negli
appartamenti costruiti apposta per loro dalla stessa azienda
Religione
E' attuale la diatriba tra il Vaticano e lo stato (o meglio
l'organizzazione cinese del clero) sul controllo dei
sacerdoti cattolici cinesi. Non è una questione di limitazione
del culto religioso, quanto della esperienza negativa che la Cina ha
avuto nei secoli passati. Non per niente una delle ragioni della
decadenza economica cinese nel 18 secolo è stata causata
anche dal
fatto che un religioso,padre Ricci, ha portato (nascosto nel
bastone da passeggio) il baco da seta in Europa togliendo
alla Cina il monopolio della produzione della seta. E' stato spionaggio
industriale commesso da un
prete cattolico, contro coloro che avrebbero dovuto accettare la parola
di Dio. Non è stato l'unico tra quelli commessi non solo
da
cattolici ma anche da protestanti, i quali spesso si sono
comportati da agenti stranieri a favore dei loro rispettivi paesi
di origine più che da inviati da Dio . Ed i cinesi per prima
cosa sono
e si sentono cinesi.(vedi oltre).
Ma ben più importante è la cultura cinese riguardo
alla religione. Le religioni principali sono teoricamente tre, ma
Taoismo e Confucianesimo sono più che altro dottrine
etiche, più esistenziale la prima più sociopolitica la seconda.
La maggiore di esse, il Buddismo si potrebbe definire una
religione atea. L'apparente paradosso sta nel fatto che il buddismo non
definisce che cosa sia Dio, non se ne occupa minimamente. Il suo solo
scopo è di eliminare la paura esistenziale dell'uomo: dopo un
periodo lunghissimo (un eone, il tempo che ci vuole ad una piuma
sfregata contro un monte per renderlo tutto polvere) esso
rinascerà a nuova vita nello stesso modo in cui è morto:
se ha vissuto solo per esaudire gli istinti animali rinascerà
animale, se sarà riuscito ad elevarsi al massimo stadio
dopo aver avuto la 'illuminazione' potrà scegliere se rinascere ancora come Budda per aiutare gli altri uomini o raggiungere il nirvana, il nulla.
E' chiaro che male si concilia una religione monoteista occidentale
con la mentalità cinese e questa è sicuramente una
delle ragioni per cui la religione cattolica e cristiana in genere non
è mai riuscita a fare molti adepti in Cina.
Io ho visto chiese cattoliche spalancate, ma vuote, templi buddisti
pieni e negozi con altarini per il culto degli antenati con le candele
accese.
ShenZhen
Negli anni 80 il governo cinese decise di cambiare la struttura
economica passando da quella ancora di impostazione maoista ad un
mercato più di tipo liberale.
Portare più di 1 miliardo di persone in questa avventura senza troppo scosse e sconvolgimenti non era una cosa facile.
Venne scelta una zona che si trovasse in una posizione favorevole,
quella di ShenZhen un paese di un migliaio di anime a ridosso
completo di HongKong (allora ancora inglese). e vennero
fatte leggi speciali per questa: venivano ammesse industrie ed
imprese commerciali private o a capitale misto, anche la piccola
impresa veniva permessa.
Per incentivarne la nascita e l'arrivo dall'estero, poichè lo
stato non aveva capitali da investire, questo si poneva come possibile
partner per joint-venture con il capitale straniero che avesse voluto
investire in quella zona. Lo stato offriva infrastrutture e servizi, il
capitale estero know-how e hardware. L'idea funzionò
egregiamente.Così nacque la "finestra sul mondo" come la
chiamavano allora i cinesi.
E' inizialmente un esperimento, ma in seguito diventa il modello
esportato nelle altre zone, BeiJing ShanHai GuangZhou ecc. e quindi in
tutta la Cina.
ShenZhen in una quindicina d'anni passa da qualche migliaia a 3 milioni
di persone. Per evitare l'urbanizzazione selvaggia, viene creata
una frontiera interna che i cinesi possono passare con uno speciale
passaporto rilasciato solo ai frontalieri o agli operatori di servizi.
I residenti, che usufruivano dei servizi comunali (scuole ecc.)
erano solo 600000, ed avevano una età media al disotto dei
ventanni. Persone di media età si vedevano solo nei giorni
festivi, quando i genitori venivano a trovare i figli, anche
da centinaia di chilometri di distanza.
Una volta creato questo tessuto industriale, arrivano industrie estere
private, senza partecipazione del governo locale, e ne vengono
create completamente cinesi. HongKong nel 1997 ritorna alla
madrepapatria. Questa con ShenZhen, separate da una rete,
costituiscono un centro di attrazione fornidabile. Sono gli anni del
boom economico, con percentuali di crescita del PIL oltre il 13 %
annuo.
Ora per la crisi, la crescita è molto più bassa, ma
ShenZhen continua ad essere il centro industriale della Cina. Anche le
più grosse industrie americane nell'Hi-Tech, come la
Hewlett-Packard (HP) e Apple producono lì i loro apparati.
Tibet
Le informazioni qui riportate sono tratte da un vecchio libro 'Il
Buddismo' edito da Mondatori nel 1960 e scritto nel 1957, due anni
prima della invasione (ma il Tibet era stato per lunghi secoli
territorio cinese) dell'esercito cinese nel Tibet, quindi certamente non di parte.
'La religione ufficiale è il buddismo, ma il popolo segue ancora
riti e credenze di tipo sciamanico precedenti all'invasione buddista'
. 'I monaci sono arrivati a rappresentare anche oltre il 30 per cento della popolazione e
detengono il potere assoluto tramite il loro capo che è il Dalai
Lama'.' La corruzione è grandissima, talchè tutte
le famiglie cercano di avere dei parenti fra i monaci in modo da
ottenere privilegi'
In realtà, fino all'invasione cinese vigeva, per una
popolazione già oppressa dal dover dare un terzo delle
loro fatiche per il mantenimento dei monaci (che quanto a lavorare,
niente!), la legge della servitù della gleba. Il figlio di
contadino doveva fare il contadino, il figlio di mercante il mercante
ecc. Inoltre non esistevano scuole. A parte i monaci, l'analfabetismo era
quasi del 100%.
Nessuna possibilità di progresso, quindi.
Il Dalai Lama era solo un parassita che viveva alle spalle del popolo. Meglio che ora sia in esilio.
Molti non hanno gradito l'annessione del Tibet alla Cina, ma volenti o
nolenti questa è la via che quasi tutti gli stati hanno usato
per ingrandirsi.
Se tutti i territori annessi con la forza fossero liberati quasi
nessuno degli stati attuali rimarrebbe con gli stessi confini a
cominciare da Israele a finire agli USA e Italia compresa.
Può darsi che i tibetani non vogliano una sovranità
cinese (però alle recenti manifestazione di protesta finora
hanno partecipato solo credenti e monaci buddisti, nessun tibetano
vero), ma la vera libertà incomincia con la libertà
dal
bisogno e dall'ignoranza. Dopo, solo dopo,
potrà avvenire anche quella politica. Nel frattempo perlomeno
hanno avuto scuole, per quanto con mezzi limitati, e quello che
producono può essere loro. Forse per alcuni è ancora
troppo poco, ma
sicuramente meglio di prima.
Mao TzeTung
Mao è stato il massimo esponente del comunismo cinese su questo
non vi è dubbio. Ma cerchiamo di non fraintendere alcune
cose. Prima di essere comunista Mao era un cinese!
L'affermazione non è banale. Come per altri leader comunisti
(Castro, Ho Chi Min, ecc) la prima ragione della loro azione è
stata la liberazione dalla dominazione estera o da un regime corrotto e
connivente con i dominatori esteri (Francia, GranBretagna, USA ecc), e
poi per
trovare una strada per far uscire il proprio popolo dalla
povertà hanno fatto la scelta da marxista unendo quindi le
due ragioni in una unica
Prova ne sia che un democratico come Sun YatZen, esponente dell'ala
moderata riformatrice e borghese (creatore del GuoMingTang, di cui
si è poi impadronito il 'signore della guerra' ChanKaiShek
e che è ora l'attuale partito al potere a TaiWan), poco prima di
morire, nel suo testamento spirituale, spinse i suoi seguaci ad aderire
al partito comunista cinese, essendosi allora ormai convinto che questa
fosse l'unica organizzazione che avrebbe potuto liberare la Cina dalla
dominazione occidentale e giapponese. (vedi la pagina della piccola
storia della Cina)
La grande intuizione di Mao è stata la necessità dell'unione
di tutte le classi sociali in Cina: contadini, operai e piccola
borghesia (la grande non esisteva, perchè il mercato pesante
era monopolio delle companie straniere: inglesi, tedesche,
americane giapponesi e, fino alla prima guerra mondiale, russe). Su
questa è riuscito ad unire la popolazione a far fronte
unico e scacciare i dominatori esteri. Senza questa non sarebbe
riuscito a fare una "Lunga marcia", dove,per sfuggire alla morsa dell'esercito di ChangKaiShek, è partito con
50000 uomini in una marcia forzata lunga oltre 6000 km attraverso la
Cina, ritornando, nonostante l'enorme numero di vite umane che è
costata, con un esercito di volontari dieci volte maggiore.
La rivoluzione culturale.
Certo, ha commesso degli eccessi.
Anche i cinesi ora ne sono convinti. Ma bisogna però
tener presente anche in questo caso l'eredità culturale
della vecchia Cina, dove i lavori manuali erano considerati
disonorevoli. Le classi alte, costituite dalla famiglia imperiale, dagli
eunuchi, dai funzionari , dagli insegnanti si lasciavano
crescere le unghie senza tagliarsele mai in tutta la vita per
dimostrare che non facevano (e come avrebbero mai potuto con
unghie così lunghe) alcun lavoro manuale. La rivoluzione
culturale è nata per dare di nuovo una dignità al
lavoro manuale.
Mi è stato chiesto da un operaio là, perchè noi
europei ritenevamo più importante MaoTze Tung che
ChuEnLai, mentre per loro era il contrario. Gli ho risposto
perchè probabilmente noi da lontano vedevamo più
facilmente l'elaborazione teorica di Mao piuttosto che l'opera
più diretta ed immediata verso il suo popolo di ChuEnLai.
Anche questa in reatà è stata un fattore determinante per
la rivoluzione cinese. Ed in effetti da parte del partito comunista
cinese c'è sempre stata una forte determinazione a mettere in risalto
il rapporto stretto tra classe dirigente, esercito popolare
e popolo. Forse anche per questo i cinesi (a parte una piccola
minoranza) fanno fatica a vedersi in una organizzazione rappresentativa di
tipo occidentale.
Piazza Tian'AnMen.
Non
è solo la piazza più grande di Pechino, ma il nome
dato ad un movimento di dissidenti che in quella piazza hanno
dimostrato ed è stato spezzato nel sangue.
Purtroppo come è successo tante volte nella storia, molti
movimenti, pur nati da idee giuste e auspicabili, sono naufragati nella
realtà cruda di un ambiente che non solo si è rivelato
incapace di recepire quelle idee ma addirittura ha mostrato di essere
ostile.
Basta pensare, riandando indietro nella storia, alle spedizioni fatte dai mazziniani (ad es. qualla a
Sapri), prima dell'unità nel sud d'Italia per liberare il
"popolo oppresso", il quale popolo è quello che gli ha invece
denunciati e consegnati all'esercito borbonico.
'Eran trecento, erano giovani e forti e sono morti...' recita una poesia che probabilmente avete studiato anche voi a scuola.
Il popolo di TianAnMen era composto soprattutto da studenti ed
intellettuali, abbagliati dai loro ideali presi così come loro proposti
dai media occidentali, ma senza una visione della nuova realtà
sociale che si stava sviluppando in Cina col nuovo corso economico.
Come i mazziniani, erano convinti che gridando "libertà"
il popolo si sarebbe unito a loro e avrebbe rovesciato il regime.
Mentre il popolo era molto più interessato, dopo tanti anni di
fame e stenti, alle nuove possilità economiche che potevano
offrirsi loro: una casa dignitosa, istruzione per i figli, la possibilità di guadagnare
qualcosa aprendo una piccola attività ecc.
Se non possiamo che essere tristi per le vite umane perse, dal punto di
vista storico, cioè della realtà concreta e possibile,
non poteva essere che così.
Il movimento studentesco sbagliava. Cosa sarebbe stato, se in
Cina fossero avvenuti i cambiamenti e le riforme che sono
avvenute in Russia, cioè quello che gli studenti
chiedevano? Sicuramente quello che è avvenuto in
Russia: la popolazione sarebbe rimasta nella povertà più
nera e la mafia locale avrebbe prosperato. La Cina ha fatto
un'altra scelta, molto dura, ma la crescita cinese attuale non sarebbbe
stata possibile in altro modo. Ed è una crescita economica
diffusa, non solo di pochi. E' una amara verità, ma
indiscutibile.
Forse, quando la società cinese si sarà stabilizzata
nella nuova realtà economica, una volta soddisfatte tutte le
necessità più materiali, si diffonderà la
richiesta per una gestione più diretta del potere e allora gli
ideali dei giovani di TianAnMen entreranno anche nelle esigenze e nelle
richieste del popolo cinese. Allora e solo allora anche la struttura
politica del potere verrà cambiata.
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