Un film da vedere
Hero
200 circa A.C. All'imperatore
HuangDi si presenta il guerriero
WuMing (Innominato, senza nome, sconosciuto, senza fama; come ho indicato
in altri punti, la lingua cinese è molto ambigua.) che afferma di
aver ucciso i tre peggior nemici
dell'imperatore. Ma questi non gli crede e dal dialogo e dal raccconto
di WuMing viene fuori la verità. Uno straordinario film, per
l'ambientazione, per la storia, per il colore (che solo un cinese
poteva manipolare in quel modo) dove guerra e amore si mescolano
insieme.
Il film è disponibile ora in DVD a basso costo.
Aggiorno questa pagina dopo aver
letto per caso alcune critiche su questo film da parte di commentatori
illustri (citati più avanti). Io il film l'ho comperato per
caso, appena uscito in DVD attratto soprattutto dal nome WuMing, notomi
per altri motivi, e dalla storia che incentrava su HuangDi. Non lo
conoscevo prima e non ho seguito alcuna indicazione della critica.
Ora mi domando: possibile che noi
occidentali (ma in questo momento io escluderei me stesso da questi)
non riusciamo mai a smettere di essere tali?.
Recentemente è stato fatto
un esperimento, sottoponendo a due gruppi di persone , una di cultura
occidentale e l'altra orientale, delle foto e, tramite dei sensori
che riportavano il movimento degli occhi, veniva registrato
ciò che fissava maggiormente l'attenzione della singola persona.
E' risultato che gli occidentali
fissano maggiormente l'attenzione sul soggetto della foto e gli
orientali sull'ambiente di contorno.
E' vero. Questo forse deriva
dal fatto che la loro lingua è particolarmente ambigua e se non
si sta bene attenti al contesto può diventare incomprensibile.
Per gli occidentali questo non
esiste, perchè è più facile decodificare
direttamente il senso di una frase, e quindi rinunciano ad indagare sul
contesto. Ma questo impedisce loro poi di capire più a
fondo e soprattutto di uscire da una visione prestabilita
delle cose.
Perchè questo prologo?
Veniamo al film, per chi lo ha
visto: quale è il soggetto del film, il personaggio principale?
WuMing? Se avete risposto si, non avete capito assolutamente il
film. Il personaggio principale è HuangDì, o meglio la
sua idea sulla riunificazione dell'intera Cina.
Tian Xia
(sotto un solo cielo) è quello che SpadaSpezzata scrive
sulla sabbia a WuMing e che convince questi a rinunciare al suo
piano così a lungo preparato. E questo il vero soggetto del
film, tutto il resto è contorno
Tralasciamo quello che dice
Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 8 ottobre 2004, come ad
esempio di Zhang YiMou 'Comunista mai, cinese sempre..'
che da una parte non si sà da dove lo desuma
(comunista
mai) su un soggetto come questo e dall'altra si deve dire che
anche Mao era cinese prima che comunista, come pure Sun YaTzen
che era sulla sponda (politica) opposta ma poi sull'idea della Cina, in
particolare libera dagli occidentali, si sono trovati assieme.
(vedi Piccola storia della Cina su questo sito).
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero, 8
ottobre 2004, dice il film "E' una involontaria ma perfetta metafora
del neocapitalismo arrembante
nella Cina postcomunista" .Dove lo veda non lo so. Forse perchè
è girato a pieni mezzi, mentre 'Non uno di meno' era o sembrava
fatto in economie? In realtà da anni la cinematografia
cinese e Zhang YiMou hanno raggiunto la piena maturità di
mezzi espressivi ed economici. "Lanterne rosse" è del
1991. Per chi non se ne fosse accorto prima, quello è un
riferimento. Personalmente ho conosciuto direttamente il
capitalismo arrembante nella Cina postcomunista, ma qui non lo vedrei
proprio, a meno che il fare un buon film sia appannaggio solo dei
capitalisti.
Ma sul contenuto del film cita la cosa che anche tutti gli altri unicamente sembrano vedere, il "Rashomon"
di Kurosawa, perchè sono mostrate più verità a
seconda dei personaggi.
Ma qui non è affatto così. In Rashomon, sono le verità soggettive separate e inconciliabili
dei personaggi, qui è una verità che viene fuori un po'
alla volta, fino ad essere svelata perchè diventi chiara la
ragione di tutto: Tian Xia. WuMing non racconta una sua
verità, semplicemente dice coscientemente una menzogna
per poter arrivare a dieci passi dall'imperatore (per questo viene poi
ucciso come un criminale e seppellito come un eroe).
Ma perchè non aggiungere poi
ad esempio l'Alexander Nievskij' di Eisenstein tra i riferimenti
filmografici, per le scene di massa, o i tanti altri che spuntano
quà e la nel film. Certo Zhang YiMou ama il cinema e
lo conosce bene, si vede.
Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9
ottobre 2004, sembra quasi sfiorare il bersaglio. "Eppure la perfezione
dei dettagli va a scapito dell'anima: e il colore
di una foglia finisce per contare più dei personaggi che
sembrano
(splendide) marionette mosse dai fili". Chi una marionetta, HuangDi? o
Wu Ming e il percorso che porta gli altri come "Neve che vola" e
"Spada spezzata" a rinunciare alla vendetta per ritrovarsi "Tian
Xia" li rende delle marionette? Certo la perfezione dei
particolari è estrema, mi ricorda lo Stanley Kubrik di
"Barry Lindon". Assolutamente perfetti senza una minima sbavatura. Ma
quello che pochi forse hanno intuito (tra cui mia zia di 80 ed oltre
anni) è che l'uso del colore è intrinseco al
racconto, facendo insieme da leit-motiv e da separatore tra le
scene del racconto, con la stessa forza di una aria ed un recitativo
secco dell'opera. Se avete notato, tutte le scene che non
riguardano direttamente i personaggi principali sono bruciate in due
soli colori,
marron e rosso, come le diapositive che rimangono esposte al sole per
troppo tempo.
Ma provate a togliere il giallo
dalle ultime scene, quelle sulle montagne , dopo la rinuncia di
WuMing, oppure togliere l'azzurro ed il celeste (ciano in termini
fotografici) dalla scena del finto duello tra Wu Ming e Neve Che Vola.
Non saranno più le stesse. Anche senza il rosso bruciato nel
duello delle due donne rimarrebbe solo un volteggiare di spade.
Peggio Tullio Kezich,
'Corriere della Sera', 9 ottobre 2004 " Molti si entusiasmano a
questo spettacolare carosello di ritualismi e
sciabolate, a onta della constatazione che la pompa e la raffinatezza
della confezione nascondono il vuoto, i personaggi sono fantocci e i
divi cinesi a noi occidentali dicono poco. Tanto da far venire il
dubbio che il regista Zhang Yimou sia ormai perduto alla causa del
cinema d'autore." E' fuori di testa? E' indiscutibile che gli attori
cinesi non li conosciano e difficilmente troveremo qualcosa di loro su
"Gente", ma questo che ha che fare coi film e con quelli d'autore in
particolare. Kezich dimentica i film del "Realismo" fatti con attori
non professionisti?
Certo il film è pieno di azioni di guerra
(è anche un'interrogarsi sulla guerra). Ma non è fatto
solo di sciabolate. Alcune scene sono da antologia. Solo per
ricordarne alcune: gli arcieri dei Qin che si mettono in posizione, il
vortice di foglie nel duello delle due donne, la dimostrazione nella
biblioteca con i rotoli che crollano (anticamente i libri erano fatti
da strisciette di bambù legate con striscie di cuoio), le
fiammelle davanti al sovrano. Certo non sono realistici, non si vede
sangue versato, ma tutto il film non è un raccontino od un telefilm,
perchè, lo ripeto, tutto il film è costruito
su un unico personaggio, assurdo e superumano, che è un concetto:
Tian Xia.
Molto più vicino
Valerio Caprara, 'Il Mattino', 9 ottobre 2004 quando scrive:
"'Hero' propone una riflessione di trascinante visionarietà
sulla
manipolazione fatale della verità storica. Filosofico eppure mai
pedante, Yimou esercita il lucido controllo del proprio talento nella
ricerca del vagheggiato e utopistico equilibrio tra pace e sacrificio,
tradizione e modernità, Oriente e Occidente."
Però sbaglia la meta anche
lui : Hero è un film apparentemente storico, (inteso nel
modo di Manzoni, non ho riscontro per ora della esistenza storica di
WuMing), assolutamente e certamente cinese sia per la visione
delle cose sia per la loro rappresentazione (guardate i siti, gli
spettacoli, l'arte cinesi e capirete che i cinesi non possono esistere
senza il colore), ma non è assolutamente una ricerca tra
tradizione e modernità o tra pace e sacrificio, casomai è
l'inno all'idea della Cina,
a mio avviso, una specie di messaggio agli occidentali,
anche se questi difficilmente lo capiscono: ' noi cinesi siamo tutto
questo' .
E proprio la mancata decodifica del
messaggio (dovuta alla mancanza della capacità di svincolarsi da
un unico punto di vista) è la causa dello sconcerto e
dell'anaspare in cerca di riferimenti culturali che trapela da queste critiche.
Il problema è, come qualcuno
ha detto, che i Cinesi hanno imparato a capire gli occidentali ma gli
occidentali non capiscono i Cinesi. E purtroppo non ne conoscono
neanche la storia.
HuangDi, l'imperatore giallo,
è il più pazzo visionario condottiero che
abbia mai calcato la terra e che è riuscito a
realizzare i suoi progetti, più di un Napoleone o di un
CarloMagno. E' riuscito a unificare la Cina facendo cessare le
guerre che la insanguavano da centinaia d'anni (il periodo
Autunni-Primavere e degli Stati Combattenti, vedi la pagina delle
dinastie su questo sito). 'Cosa puo' contare il dolore dei Zhao a
confronto della pace della Cina intera?' dice SpadaSpezzata.
Ha unificato la scrittura.
'Ci sono 19 modi di scrivere spada' dice WuMing,
'Pazzie', risponde HuangDi, 'Quando avrò unificato la Cina
farò sì che ci sia una sola lingua'.
Ha fatto costruire grandi sistemi di canali per l'irrigazione che sono tuttora in funzione dopo 2200 anni
Ha fatto costruire la Grande
muraglia per difendere la Cina dai barbari e ci ha lasciato
quella meraviglia incredibile che è l'Armata di terracotta, 8000
statue in terracotta dipinta e a grandezza naturale.
Pazzo megalomane e visionario,
sembrava agli altri allora (' L'unico che mi ha capito è un mio
nemico!' dice nel film), ma le sue visioni sono diventate concreta
realtà. Lui e' il simbolo stesso della Cina.
Altri film cinesi da vedere, disponibili in DVD, tra i pochi giunti in occidente:
"La tigre e il dragone." di
Ang Lee , un best seller di arti marziali che è diventato un
punto di riferimento per la scenografia e gli effetti, ma nonostante
tutto un bel film
"Addio mia concubina" di Chen Kaige. L'ambiente dell'opera di Pechino tra prima e dopo la rivoluzione.
"Non uno di meno"
di Zhang Yimou. La testardaggine di una ragazzina
tredicenne,supplente maestra, riporta un bambino, scappato in
città per guadagnare e aiutare la famiglia, a frequentare
la scuola di un piccolo
villaggio.
"Chinese Odissey" di Jeff Lau. Una bellissima e allegra fiaba per grandi con principi e principesse.
"Lanterne rosse " di Zhang Ymou, disponibile ora in DVD. La storia della quarta moglie (concubina) di un possidente. Tragico e bellissimo.
"La locanda della Felicità" di Zhang Yimou. Il nuovo benessere e il consumismo nella società cinese attuale.
"La citta proibita"
di Zhang Yimou. Una spietata e sanguinosa lotta
all'interno della famiglia imperiale durante la dinastia Tang. Un 'colossal', perfetto nella
sceneggiatura e nei sui meccanismi narrativi (mi sembra di aver
già paragonato Zhang YiMou a Stanley Kubrik) ma che mi ha
lasciato sinceramente perplesso.
"Guerrieri del cielo e della terra" una specie di wester cinese, nonostante la profusione dei mezzi e il racconto curato non mi ha entusiasmato.
Ancora "La foresta dei pugnali volanti" di Zhang Yimou, "2046" di
Wong Kar Wai , "Together with you" di Chen Kaige,"In Mood for
Love" di Wong Kar Wai. A parte il primo, film anche notevoli ma che
potrebbero essere ambientati in occidente senza perdere granchè.
inoltre sull'ultimo periodo storico della vecchia Cina un film italiano
L'ultimo imperatore ( di Bertolucci)
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