Ogni tanto su Radio Cina Internazionale (vedi le pagine della radio su
questo sito) si sente la voce di Gabriella, una donna a cui in
Italia era capitato di leggere alcune poesie dell'epoca Tang, e se
ne
è talmente innamorata che ha imparato il cinese ed ora vive
da
anni in Cina.
Può capitare anche questo!
La diversità dell'arte cinese da quella occidentale ne aumenta
il suo fascino. Non voglio affrontare qui l'argomento dell'arte in
Cina, è troppo vasto. Voglio solo dare qualche indicazione
iniziale. Attraverso i link forniti potrete esplorare più in
profondità questo tema.
Per le arti visive al pari della pittura è importante, oltre
alla pittura e la scultura, anche la calligrafia. La scrittura
tradizionale si fa su seta (o anche carta) con inchiostro (per
l'appunto di China) con un pennello tenuto verticalmente.
Essa è simbolica formata cioè da ideogrammi e
pittogrammi semplici e composti. Partendo da reali disegni la
stilizzazione è arrivata al punto da rendere irriconoscibili una
parte dei simboli, ma è possibile vedere per confronto le
trasformazioni del tempo. Affinchè siano facilmente
riconoscibili devono essere scritti con molta cura soprattutto
attenti ai particolari. Da qui l'arte calligrafica ha trovato la sua
importanza. Questa poi ha a sua volta inflenzato la pittura, dove il
segno ha una importanza più grande del colore. Molte opere
pittoriche sono essenzialmente monocromatiche. Mentre il colore diventa
molto più importante nella scultura e nell'architettura.
Vasi, sculture, figurine di terracotta, decorazioni dei
particolari architettonici (tetti, colonne, muri) mostrano una
sensibilità al colore, a mio parere unica nel panorama dell'arte
mondiale.
Chi va in Cina non deve tornare assolutamente senza aver fatto una vista
all' "Esercito di Terracotta",
dove più di 8000 statue di
terracotta, in ordine di guerra, a grandezza naturale, una volta
policrome e bardate di armi vere, sono schierate come un
esercito, probabilmente per accompagnare l'anima dell' Imperatore
HuangDi (citato in un'altra pagina di questo sito) nel suo viaggio
oltretomba.
GuGong (pd)
Per quanto riguada l'architettura, oltre al GuGong (la città
proibita), ormai simbolo della stessa Cina le cose da vedere sono
molte. Voglio solo sottolineare un particolare, che non coinvolge solo
l'architettura, ma anche le altre arti visive, il modulo, cioè
il rapporto tra i lati del rettangolo, che fa da riferimento per le
misure degli oggetti: edifici, finestre, vasi e sorammobili, ecc.
E' un fatto molto rilevante dal
punto di vista culturale. Noi occidentali siamo abituati ad un
rapoorto uguale alla radice di 2 (cioè 1,41 circa).
Prendete
un qualsiasi foglio di carta e misuratelo vedrete questo rapporto. Ma
questo è quello moderno, dovuto al fatto che dividendo a
metà sul lato lungo un rettangolo con queste proporzioni,
otterremo altri due rettangoli con le medesime proporzioni. Gli
antichi usavano un rapporto leggermente più stretto, la 'sezione
aurea', aurea, cioè d'oro, perchè quella ritenuta
più bella e perfetta secondo l'estetica antica in
particolare greca.
I cinesi usano un modulo molto più stretto circa 1,2-1,3
che dà alla loro architettura (ma anche agli oggetti
d'uso) una apparenza più tozza. Questo non vuol dire
assolutamente che sia più brutta, è solo diversa.
Anzi in molti casi è perfettamente coerente con l'idea
dell'oggetto che rappresenta.
L'amore degli artigiani cinesi per i particolari e per il loro
lavoro, evidenziato nelle decorazioni e nei particolari
architettonici o negli oggetti d'uso li ha resi proverbiali.
Si racconta che gli antichi vasai cinesi sbozzassero alla
fine del loro lavoro i vasi perchè la perfezione non poteva
esistere.
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